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Articoli D&D: ASPETTI DI FISIOLOGIA GLOBALE
Postato il Domenica, 12 dicembre @ 17:00:21 CET di Redazione-web

La gravidanza e il parto sono processi legati alla sopravvivenza della specie umana che avvengono grazie a meccanismi evolutivi antichi quanto la vita dell’uomo sulla terra; funzioni fisiologiche, cioè scandite da processi biologici perfetti, che prevedono meccanismi di protezione molto forti.

ASPETTI DI FISIOLOGIA GLOBALE


COME CREARE E MANTENERE LA SALUTE
LA PREVENZIONE DEI DISTURBI e DELLE PATOLOGIE GRAVIDICHE

di Paola Scavello (Ostetrica)

Articolo pubblicato in D&D n° 35 “ACCOMPAGNARE LA GRAVIDANZA”

La gravidanza e il parto sono processi legati alla sopravvivenza della specie umana che avvengono grazie a meccanismi evolutivi antichi quanto la vita dell’uomo sulla terra; funzioni fisiologiche, cioè scandite da processi biologici perfetti, che prevedono meccanismi di protezione molto forti.

Gli studi degli ultimi anni hanno messo in evidenza sempre di più il legame tra sistema neurologico, endocrino e immunitario in ogni espressione biologica. Questo se da un lato sembra rendere più complessa la lettura della fisiologia, dall’altra ci dà una visione di grande respiro, dove non è più possibile dividere il corpo e le sue funzioni in compartimenti stagni. L’approccio diventa complessivo e quindi più ricco e affascinante. Abbiamo più elementi da utilizzare per confermare la grande potenzialità della donna e del bambino di arrivare a una buona nascita.
Parlare di salute e prevenzione della patologia in gravidanza, significa allora conoscere i meccanismi di base che permettono la crescita del bambino nel corpo materno, utilizzando però diversi piani di lettura. La salute in gravidanza si esprime quando l’unione della madre con il figlio (prima embrione, poi feto e bambino) è resa possibile da un adattamento del corpo materno in tutte le sue funzioni: a livello endocrino, immunitario, metabolico e circolatorio. In questo modo il figlio può formarsi e crescere adeguatamente, giungendo a termine e predisponendosi nella posizione migliore per un parto vaginale. Tutti questi processi in gravidanza si manifestano, il nostro compito è saperli leggere e osservare. La fisicità, la corporeità così evidente, va presa in grande considerazione, soprattutto oggi, perché si va verso una delega quasi totale a strumenti esterni al proprio corpo, spesso sofisticati e quindi ancor più distanti, che diventano l’unico parametro di valutazione della salute. Parlo di esami ematochimici, test, ecografie a tutti i livelli, ecc, utilizzati con grande abuso su donne sane. Questo modo di occuparsi di salute in gravidanza non è senza conseguenze: rende la donna sempre più estranea al suo sentire, che perde completamente di valore oggettivo, la induce a consegnarsi passivamente agli “esperti”, in un’alienazione da sé che produce insicurezza e fragilità.
Sappiamo che ogni trimestre in gravidanza è caratterizzato da cambiamenti specifici; in particolare riconosciamo il ruolo fondamentale degli ormoni, i cui effetti sono leggibili su tutti i piani (persona fisica, emotività). Il primo trimestre è quello dell’impatto con la diversità. La donna si confronta, dal punto di vista biologico, con l’ormone HCG, che proviene dall’uovo fecondato, altro da lei. Questo inevitabilmente attiva tutti i processi indispensabili per accettarlo nel suo corpo. Le modificazioni avvengono da subito, all’insaputa della coscienza razionale, e coinvolgono tutti gli organi interni, in un programma evolutivo ben preciso. Ma presto le modificazioni si lasciano leggere anche dall’esterno: aumento del seno, gonfiore addominale, aumento del sonno e della stancabilità, rallentamento della digestione, il prevalere in generale del sistema parasimpatico, sono i classici segni, che vanno colti in tutte le loro sfumature, ma soprattutto è importante lasciare che sia la donna a descriverli, per incoraggiarla da subito a un ascolto del proprio corpo, perché possa viverlo non come un nemico, ma come una guida per tutta la gravidanza.

“i segni del cambiamento vanno colti in tutte le loro sfumature, ma soprattutto è importante lasciare che sia la donna
a descriverli, per incoraggiarla da subito
ad un ascolto del proprio corpo,
perché possa viverlo non come un nemico,
ma come una guida per tutta la gravidanza.
Favorire nella donna l’ascolto di sé,
dare credito a quello che riferisce
e trovare le parole per interpretare ciò che le accade,
sono già strumenti di prevenzione”

Nel secondo trimestre, mentre diminuisce l’HCG, si assiste a un forte aumento di estrogeni e progesterone, buona parte dei quali addirittura di origine placentare. Questo significa che l’accettazione si è realizzata e siamo nella fase più simbiotica tra madre e figlio. E infatti si avvertono i movimenti fetali. I segnali esterni da cogliere sono la crescita del fondo uterino, tramite la misurazione con il centimetro a nastro, e i movimenti fetali attivi. E’ il momento adatto per incoraggiare il legame col figlio. L’ormone caratteristico del terzo trimestre è l’ossitocina, la produzione del quale (tra il I° e il II° trimestre) può indurre una piccola crisi, possono comparire più agitazione, contrazioni, spesso interpretate come minaccia di parto prematuro, inducendo prescrizioni farmacologiche indebolenti e inutili. Anche in questo caso raccogliere il sintomo e interpretarlo insieme alla donna, la rende più consapevole, più motivata ad autoregolarsi per non spaventarsi inutilmente, ma neanche esagerare nelle sue attività, perché come in ogni passaggio è un po’ più vulnerabile.

 

“Nel percorso gravidanza ci troviamo di fronte a un eco-sistema (madre-bambino), dove i due corpi, o meglio le due persone, si influenzano a vicenda e interagiscono. Nessuno dei due è il protagonista del cambiamento, perché la trasformazione avviene per opera di entrambi: due soggetti si influenzano reciprocamente in una dinamica di scambio.
In una parola, abbiamo a che fare con una RELAZIONE”

 

E’ quindi evidente che come ostetriche dobbiamo aggiungere, alla capacità di leggere gli esiti degli esami o di valutare l’accrescimento adeguato, la capacità di relazione con la donna.
Gli strumenti che permettono la lettura e gli eventuali interventi rispetto alla donna in gravidanza sono: l’osservazione, l’ascolto, la sorveglianza (cioè i dati oggettivi), l”accompagnamento (cioè il sostegno).
La visita ostetrica è l’ambito privilegiato per cominciare a fare prevenzione. Già il proporsi come figura competente per la sorveglianza della gravidanza crea l’idea che non abbiamo a che fare con la malattia. La visita deve prevedere un tempo adeguato (almeno un’ora) per permettere quell’approccio globale che “promuove salute”. Ci sono comunque molti altri ambiti adatti a creare e mantenere la salute in gravidanza; anzi è bene offrire anche altre situazioni in cui la donna possa trovare uno spazio per sé, come i gruppi pre-parto. La condivisione di una condizione particolare in un gruppo è di per sé terapeutica, perché alleggerisce dal gran senso di responsabilità, ridimensiona gli inevitabili timori. Verificare la diversità di ognuna ridimensiona la propria specificità individuale; autorizza a vivere le differenze come diversi aspetti della normalità: “siamo in tante, diverse, normali”. Nel gruppo c’è la possibilità di fare lavoro corporeo. Ogni volta che in una pratica corporea tengo insieme l’aspetto mentale e quello fisico, permetto una percezione di sé integrata, di unità. Questo facilita l’espressione dei ritmi vitali, quello respiratorio, circolatorio, addirittura quello meno percepibile del liquido cerebro-spinale. Quando i ritmi vitali del corpo (e sono entità vere, misurabili!) si esprimono, l’effetto è un miglioramento delle funzioni di tutti gli organi, che in gravidanza significa anche il corpo del bambino. Il corpo attiva la sua capacità autocorrettiva.
L’altra funzione da proteggere e nutrire è quella legata al canale creativo e intuitivo, vera risorsa spontanea. La gravidanza infatti coinvolge la donna nell’espressione più intensa della sua femminilità, come l’aspetto intuitivo, creativo ed emotivo, per intenderci le funzioni legate all’emisfero cerebrale destro, che in questo periodo predomina. Questo la predispone alla comunicazione con il neonato, che non sa esprimersi attraverso il linguaggio verbale e la obbligherà quindi a relazionarsi con lui intuitivamente e per istinto. Quindi ben vengano le opportunità legate all’uso del suono, della danza, dei colori, ecc.
Anche la vicinanza agli elementi fondamentali della natura ha una funzione terapeutica. La natura si manifesta in ritmi, continuamente ci richiama ad essi. Quando i ritmi sono assenti si crea squilibrio e malattia. Nella gravidanza è quanto mai importante invitare la donna a ritrovare gli elementi dentro di sé. C’è tutta una lettura delle corrispondenze degli elementi naturali nel corpo, a cui fanno riferimento le terapie bioenergetiche, ma è molto facile ritrovarla anche con un approccio più concreto/ porto l’esempio facile dell’acqua, che in gravidanza è così presente, nel liquido amniotico, nei tessuti e nelle mucose, nel circolo sanguigno e linfatico… e allora dove individuo una carenza degli aspetti legati all’acqua, posso usarla sia parlandone, sia proponendo un lavoro corporeo che favorisca il movimenti dei liquidi, sia invitando a contattarla di più e ad usarla concretamente, sia lasciando spazio alle associazioni simboliche che suscita…
Il corpo è “intelligente”, ci dà sempre dei segnali manifesti, clinici, che dobbiamo riconoscere e prendere in considerazione, prima che esaurisca le sue potenzialità.


 
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