Durante l’infanzia, l’anemia da carenza di ferro è molto frequente anche nelle popolazioni socialmente avanzate. Il basso peso al momento della nascita, un prematuro consumo di latte di mucca, il veloce tasso di crescita nei primi mesi di vita e una dieta povera di ferro, sono considerati i principali fattori di rischio.
ASPETTI
DELLA PREVENZIONE |
PREVENZIONE NEONATALE DELLA CARENZA DI FERRO
La trasfusione placentare è una soluzione fisiologica ed economica.
Di Alfredo Pisacane (medico)
Articolo pubblicato in D&D n° 36 “IL SECONDAMENTO
E IL TAGLIO DEL CORDONE”
Durante l’infanzia, l’anemia da carenza di ferro è molto
frequente anche nelle popolazioni socialmente avanzate. Il basso peso al momento
della nascita, un prematuro consumo di latte di mucca, il veloce tasso di crescita
nei primi mesi di vita e una dieta povera di ferro, sono considerati i principali
fattori di rischio. E’ stato dimostrato che formula e cereali arricchiti
di ferro costituiscono efficaci misure di prevenzione. Nei paesi in via di sviluppo,
dove l’anemia da carenza di ferro è molto frequente, e dove formula
e cereali arricchiti non sono spesso disponibili, prevenire l’insufficienza
di ferro non è facile.
E’ stato constatato che i neonati con un prolungato ed esclusivo allattamento
al seno hanno un buon livello di ferro, ma questo tipo di allattamento sta diventando
sempre più raro; d’altra parte il ferro medicinale, che è
economico e potrebbe rappresentare un’utile misura preventiva, può
essere culturalmente non accettato o difficile da acquisire in questi paesi.
Inoltre, una supplementazione di ferro nella dieta può essere pericolosa
in situazioni laddove la malaria e infezioni da diarrea sono endemiche e per
quei bambini i cui valori di ferro sono adeguati. La quantità di ferro
contenuta nell’organismo di un neonato al momento della nascita, presenta
rilevanti variazioni individuali che sono predittive con i livelli di ferro
dello stesso individuo a 6, 9 e 12 mesi d’età.
Questo può spiegare perché alcuni bambini hanno livelli del ferro
plasmatico soddisfacenti, anche se non ricevono adeguate quantità di
ferro con la dieta. L’apporto dietetico sembra d’altronde rappresentare
solo uno dei motivi che possono influenzare lo stato del ferro nel primo anno
di vita, probabilmente perché l’assorbimento di ferro dalla formula
e dai cereali è modesto ed è inibito da alcuni componenti della
dieta, come i polifenoli nella frutta e nella verdura. Se un migliore stato
del ferro al momento della nascita è associato con un buono stato del
ferro nella tarda infanzia, come possiamo incrementare i livelli neonatali di
ferro senza correre rischi? Ci sono state per anni delle controversie riguardo
ai vantaggi e agli svantaggi di un precoce o tardivo clampaggio del cordone
ombelicale.
Secondo Usher et al. Il volume stimato di trasfusione placentare varia da
20% al 60% del volume di sangue esistente (54-160 ml) a seconda della posizione
in cui il neonato viene tenuto prima del clampaggio e dal momento in cui viene
effettuato il clampaggio stesso. Linderkamp e i suoi colleghi hanno stimato
che la quantità di sangue che passa dalla madre al neonato è di
circa 35 ml / Kg del peso corporeo quando i bambini a termine sono tenuti, subito
dopo la nascita, al livello del piano della vagina e il cordone è clampato
tre minuti dopo la nascita. Gli stessi autori hanno indagato l’effetto
di posizionare il neonato sull’addome della mamma e di clampare il cordone
solamente quando ha smesso di pulsare, osservando che questi bambini hanno un
volume di sangue il 32% più alto rispetto a quello di neonati ai quali
il cordone è stato clampato immediatamente dopo la nascita.
L’ematocrito non è immediatamente influenzato da tale trasfusione
placentare, ma dopo 2-4 ore aumenta da 0.51 (SD 0.05) a 0.62 (0.06) in quei
neonati nei quali il clampaggio è tardivo. Questa differenza è
statisticamente significativa se confrontata con quella di neonati il cui cordone
è stato clampato precocemente. Una moderata trasfusione placentare ottenuta
come nel parto alla Leboyer, non aumenta significativamente l’ittero neonatale,
né provoca cambiamenti emodinanici rischiosi; sono stati invece riscontrati
rari casi di sovraccarico circolatorio, trasfusione placentare è eccessiva.
Una moderata trasfusione di circa 20-30ml/kg di peso corporeo fornisce circa
30-50 mg di ferro “extra” e potrebbe contribuire a prevenire o ritardare
l’esaurimento delle scorte di ferro durante la tarda infanzia. Studi recenti
dalla Danimarca sembrano avvalorare questa ipotesi: osservando bambini di nove
mesi nati in ospedali in cui si praticava un clampaggio tardivo, si sono osservati
valori di ferritina sierica più alti di quelli riscontrati nei bambini
d’altri paesi europei ai quali il cordone era stato clampato immediatamente
dopo la nascita. Maggiori valori di ferro, associati al clampaggio tardivo del
cordone, potrebbe essere una spiegazione di quanto osservato.
Gli effetti positivi del ritardare il clampaggio ombelicale potrebbero essere,
infine, clinicamente ed economicamente più importanti per i neonati dei
paesi in via di sviluppo. Per questi bambini una moderata trasfusione placentare
potrebbe rappresentare un fisiologico ed economico mezzo per aumentare le scorte
di ferro. Al tempo stesso il clampaggio tardivo può modificare la frequente
pratica di separare, subito dopo il parto, madre e neonato e permette un contatto
precoce più prolungato, cosa questa che migliora il bonding tra madre
e neonato e facilita l’allattamento al seno (che è un’ulteriore
misura di prevenzione dell’anemia da carenza di ferro).
Il clampaggio precoce del cordone è una pratica di routine, la cui adozione
però non è stata accompagnata da studi che valutassero le conseguenze
del privare il neonato di un significativo volume di sangue.
Alfredo Pisacande è medico presso il Dipartimento di Pediatria dell’Università
di Napoli Federico II.
Il presente articolo è stato pubblicato sul British Medical Journal.